DIRE intervista Oria Gargano, presidente Befree

Violenza donne, BeFree: “Lavoriamo per empowerment personalizzato”

    

Riportiamo qui un assaggio della video intervista a Oria Gargano presidente di Befree disponbile per intero sul sito dell’agenzia DIRE

https://www.dire.it/06-11-2019/387221-violenza-donne-befree-lavoriamo-per-empowerment-personalizzato/

Silvia Mari 06/11/2019

ROMA – “BeFree è una cooperativa sociale nata nel 2007 per contrastare tratta, violenza e discriminazione. Aiutiamo migliaia di donne grazie ai nostri centri antiviolenza e alle case rifugio“. Oria Gargano, presidente di BeFree, in occasione del mese di novembre, dedicato al contrasto della violenza di genere, per DireDonne ha spiegato il metodo di lavoro seguito dalla cooperativa, il tipo di sostegno assicurato alle vittime, ma ha anche commentato alcuni punti decisivi dell’agenda politica sul tema della violenza contro le donne.

“Roma e provincia, Viterbo, ma anche Abruzzo e Molise” sono i territori in cui BeFree è presente: “Situazioni molto diverse che richiedono- come ha spiegato la presidente- che la metodologia di aiuto per le donne pur precisa, si adegui e sia flessibile”. E proprio a questo proposito Oria Gargano ha ricordato che “da dieci anni BeFree gestisce all’interno del Pronto soccorso dell’ospedale San Camillo di Roma lo ‘Sportello donna’, aperto tutti i giorni dell’anno h24. La donna che arriva per farsi medicare trova triagisti da noi formati e ricordiamoci- ha spiegato- che quella donna non è andata a denunciare, non è spinta spesso da alcuna autodeterminazione, pertanto ha bisogno di una metodologia di supporto diversa”. Passano da li “una media di 400-600 donne all’anno”. I

l metodo seguito dalle operatrici antiviolenza di BeFree è quindi “caleidoscopico- come lo ha definito la presidente- ed è basato sulla non rivittimizzazione e non standardizzazione dei casi, senza dimenticare che quelle storie di violenza spesso nascono da storie d’amore e bisogna ripercorrerle per un progetto personalizzato di empowerment. Tutte le equipe, tenuto conto della distinzione tra centri antiviolenza e case rifugio che prevedono la residenzialità, hanno supervisione clinica e tecnica che io stessa curo”.

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