Il ddl Pillon allarma l’Onu. “Profonda preoccupazione, grave regressione”

Tratto da un articolo pubblicato dal giornale HuffingtonPost
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Lettera al Governo, non tutela mogli e figli che subiscono violenza in famiglia. Rilievi anche sul “giro di vite” sugli spazi per le donne a Roma

Il disegno di legge Pillon sulla riforma dell’affido condiviso impensierisce anche l’Onu. In una lettera inviata al Governo le relatrici speciali delle Nazioni Unite, Dubravka Šimonović, sulla violenza contro le donne, e Ivana Radačić, anche presidente del gruppo di lavoro sulla questione della discriminazione verso le donne nelle leggi e nella pratica, esprimono “profonda preoccupazione” sulla proposta presentata su iniziativa del senatore leghista, attualmente al vaglio della Commissione Giustizia del Senato – sono appena iniziate le audizioni, in programma ce ne sono 118 – il 10 novembre al centro di una protesta nazionale e già oggetto di una petizione lanciata per chiederne il ritiro dall’associazione D.i.Re che ha raccolto 95.000 firme.

Sei pagine in cui, passando in rassegna gli articoli del testo, contestato soprattutto perché non tutela le donne e i bambini che subiscono violenza in famiglia, si muovono osservazioni puntuali su “disposizioni che – si legge – potrebbe comportare una grave regressione che alimenterebbe la disuguaglianza di genere”. A cominciare dalla mediazione obbligatoria tra coniugi che il ddl Pillon introduce nelle separazione in cui è coinvolto un bambino, “molto dannosa se applicata ai casi di violenza domestica”, scrivono le due relatrici, ribadendo, per tali circostanze, il divieto della Convenzione di Istanbul. E poi l’obbligo di segretezza previsto dal ddl Pillon sui documenti della mediazione che non potranno essere consultati durante i procedimenti giudiziari, che “limita il potere dell’autorità giudiziaria” e, ancora in contrasto con la Convenzione di Istanbul, il fatto che “il bambino, anche se vittima di violenza, sarà tenuto a incontrare il genitore violento”. E l’introduzione nell’ordinamento giuridico della sindrome di alienazione parentale, “teoria altamente contestata”.

Al termine dell’analisi le relatrici Onu chiedono al Governo aggiornamenti sullo stato del ddl Pillon e informazioni sui tentativi di “rivedere ma valutare e modificare” il testo. Sollecitando entro sessanta giorni risposta e approfondimenti anche su un’altra questione: gli spazi per le donne a Roma, con associazioni – il pensiero va subito alla Casa internazionale delle donne, ma anche alla struttura di accoglienza “Lucha y siesta”, sotto sfratto – costrette a fare i conti con quello che Šimonović e Radačić definiscono un “giro di vite”. “Purtroppo molte realtà che lavorano a sostegno delle donne si trovano in queste condizioni in tante altre parti d’Italia – spiega ad HuffPost, Loretta Bondì, responsabile della cooperativa sociale “Be Free” e nel consiglio direttivo della Casa delle donne di Roma e dell’associazione “Le Funambole” – La missiva delle relatrici speciali Onu non è un messaggio lanciato nella bottiglia, contiene rilievi precisi ai quali si chiedono risposte da includere in un rapporto che sarà esaminato dal Consiglio per i diritti umani.

Simone Pillon respinge al mittente le critiche: “Due tizie dell’Onu” scrive “prendono posizione contro il disegno di legge”. Il parlamentare leghista si domanda: “Verranno i caschi blu ad arrestarci?”. E aggiunge che il lavoro parlamentare andrà avanti con l’obiettivo di costruire “il testo unificato nel rispetto del Contratto di governo”

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