La tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento è un fenomeno legato al genere.
La maggioranza assoluta delle vittime sono donne, ragazze, bambine.
Note ne sono le cause: l'ampiezza del fenomeno della violenza di genere a livello mondiale, la femminilizzazione della povertà, le diseguali opportunità tra uomini e donne, il diverso accesso allo studio e alle risorse, le diseguaglianze sul piano medico-sanitario, tanto nell'accesso quanto nell'erogazione delle cure, e tutte quelle forme specificatamente femminili che la disparità assume (matrimoni forzati, delitti d'onore, modificazioni genitali femminili, stupro in zone di guerra, traffico di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale, servitù domestica...).
È dunque necessario integrare i diritti umani delle donne all'interno delle azioni di sostegno, per attuare una politica attiva sul campo dell'uguaglianza, della dignità e del benessere personale e sociale.
Conoscere, in linea generale, le vicende che hanno caratterizzato il loro percorso non deve diventare uno schema fisso nell’intervento di sostegno.
Il nostro compito è quello di praticare un’accoglienza competente, empatica, non standardizzante, mai giudicante, capace di agevolare ed accogliere l’emersione delle necessità espresse direttamente dalle beneficiarie, che sono le migliori esperte della loro personale storia, sempre unica e complessa, sostenendole nella costruzione del loro personale progetto migratorio – che rappresenta un valore e qualifica la loro vicenda.
Contemporaneamente, è necessaria una profonda conoscenza dei molteplici ostacoli di natura istituzionale che impediscono alle donne migranti in fuga dalla prostituzione forzata, richiedenti asilo e rifugiate di sottrarsi alla violenza, di elaborare i propri vissuti in modo tale da intraprendere reali processi di empowerment, sia per essere efficaci nel sostegno, sia per realizzare una complessa e stratificata azione di advocacy presso le Istituzioni, le altre Organizzazioni antitratta e le società civile tutta.
Perché le donne che incontriamo hanno già vissuto, drammaticamente, situazioni di controllo da parte dei trafficanti, assoggettamento fisico e/o psicologico, timore di ritorsioni, mancanza di fiducia nelle autorità, scarsa consapevolezza della propria condizione, sentimenti di riconoscimento nei confronti delle persone che hanno favorito il percorso di emigrazione, sentimenti di pudore, senso di colpa, rimozione del vissuto derivanti da violenze subite e traumi (Linee Guida sull'identificazione delle vittime di tratta tra i richiedenti protezione internazionale e procedure di referral - UNHCR (GENNAIO 2021).
Per restituire loro la pienezza della consapevolezza di sé e delle loro possibilità è indispensabile un lavoro articolato e complesso, di saperi tecnici, conoscenza delle norme, capacità di empatia, ottica di genere.